Chiavi ad anello
Roma
Minute chiavi “ad anello”, dalla triplice funzione, aprivano preziosi cofanetti e scrigni delle famiglie patrizie romane. Non avendo tasche nelle loro toghe, i romani erano soliti indossare al dito, come anelli, le chiavi che fungevano anche da sigillo: immergendo la parte sagomata finale nella cera a caldo si potevano autenticare i documenti come se fossero dei timbri. La funzione simbolica di questi piccoli oggetti è stata tramandata fino a noi attraverso la tradizione dello scambio delle fedi: nel giorno del matrimonio l’uomo infatti donava alla moglie l’anello che però era anche una chiave, in segno di fiducia e di delega del patrimonio familiare.
Chiavi
Italia, Venezia
Era nelle botteghe rinascimentali che si producevano vere e proprie opere d’arte: raffinata eleganza e cura per i dettagli sono le caratteristiche principali delle chiavi “alla veneziana”. Esempio di straordinaria abilità tecnica, le loro impugnature “a rosone” richiamano gli elementi decorativi tipici delle architetture veneziane. In questo periodo la chiave si completa di un nuovo componente, il piccandolo, l’anellino superiore, dentro il quale scorreva il cordone della cintura dell’abito.
Serratura
Austria
Per tutto il Seicento l’Europa si adorna in stile Barocco: tutto deve stupire, meravigliare. Decorazioni abbondanti e un’idea di movimento continuo venivano applicate anche dal serraturiere sui manufatti artigianali che produceva. Tutti gli elementi della serratura presentano decorazioni, linee curve e motivi floreali, in quanto anche un oggetto quotidiano come questo era concepito come un tutt’uno e doveva risultare monumentale.
Chiavi
Gran Bretagna
L’Ottocento non fu solo un secolo di grandi mutamenti economico-sociali, dell’ascesa della borghesia e della nascita degli stati nazionali, ma fu anche l’epoca in cui il processo industriale si diffuse in modo capillare in tutta l’Europa. Dall’Inghilterra, Paese in cui prese avvio la Rivoluzione Industriale, proviene il mazzo di chiavi in acciaio, esempio di come anche questo oggetto quotidiano si trasforma da manufatto artigianale a prodotto industriale
Chiavi da Ciambellano
Italia, Austria, Germania
Chiavi in bronzo dorato riccamente decorate con gli stemmi reali e le iniziali dei regnanti, un tempo appartenevano al ciambellano, un dignitario di corte che aveva cura delle stanze private di sovrani e imperatori. La più elegante e prestigiosa è quella proveniente dal Castello di Schönbrunn di Vienna che apriva e chiudeva le stanze imperiali di Francesco Giuseppe I e di Sissi.
Lucchetto
Francia
In tempi recenti il lucchetto, per definizione serratura portatile che mantiene protetti beni e segreti, è divenuto particolare espressione di romanticismo. I lucchetti a cuore che affollano i ponti delle città rappresentano il simbolo di un amore che le giovani coppie si augurano eterno e diviene sigillo di una promessa.
Chiave
Francia
Quale sarà il futuro della chiave? Tecnologia ed elettronica ne stanno modificando le sue caratteristiche estetiche, ma non riusciranno a privarla del suo forte valore simbolico. Da migliaia di anni nelle tasche degli uomini, le chiavi di oggi garantiscono il massimo grado di sicurezza, come quelle Fichet per le porte blindate.
Serratura
Messico
È l’unico reperto esposto nel museo proveniente dall’America Latina ed è una serratura messicana da baule. La cultura messicana è stata fortemente influenzata dalla dominazione spagnola, durata tre secoli, dal XVI al XIX. Anche i manufatti artigianali, come le chiavi e le serrature, si rifanno ai modelli spagnoli tipici del Seicento, caratterizzati da una staffa di ancoraggio e da una piastra circolare decorate a motivi floreali.
Lucchetti
USA
L’avvento della rivoluzione industriale inglese, e in seguito, la nascita dei mercati e delle tecnologie americane hanno profondamente influenzato l’ulteriore sviluppo del lucchetto, fino a farne un oggetto di produzione di massa, privo di speciali caratteristiche
Lucchetto YALE
USA
Le chiavi rimasero strumenti piuttosto ingombranti e pesanti fino al 1865, quando un americano di nome Linus Jr. Yale brevettò un nuovo tipo di serratura detta a cilindro. Grazie all’invenzione di Yale, le chiavi diventarono sottili, molto più piccole e leggere e la serratura fu sistemata all’interno della porta.
Macchina duplicatrice
USA
Della collezione, la sezione più rara ed originale è senza dubbio quella che raccoglie le machine duplicatrici. Questa è la più piccola e l’unica proveniente dagli Stati Uniti d’America. Datata 1921, è una duplicatrice originale Russwin.
Chiavi berbere
Mauritania
I Berberi, popolazione che un tempo occupava un vasto territorio del Nord Africa, compreso tra il Mediterraneo e i confini meridionali del Sahara, e tra quelli occidentali dell’Egitto e l’Oceano Atlantico, si definiscono “uomini liberi”, fortemente legati alle loro tradizioni originarie e convinti oppositori nei confronti dei conquistatori. Influenzati dalla cultura araba, vivono in villaggi costituiti da tipiche abitazioni mediterranee a terrazza. Per aprire le loro porte, anche nel X secolo utilizzavano queste chiavi in ferro battuto e forgiato: due sono “a raffio”, mentre una è “a pettine” con cinque denti che servono a sollevare i perni corrispondenti presenti nella serratura.
Porta di granaio Dogon
Mali
Presso i Dogon, un’etnia del Mali, i granai a forma quadrata con tetto di paglia hanno porte in legno quadrate o rettangolari riccamente decorate da incisioni che raffigurano divinità e scene di vita quotidiane. L’evocazione di corpi umani e animali serve, secondo la loro cosmogonia, ad infondere energia positiva all’interno dell’abitazione
Chiavi
Marocco
Decorate con incisioni geometriche tipiche della tradizione islamica, queste chiavi in ferro forgiato venivano utilizzate per aprire le serrature costruite con il meccanismo del sollevamento dei perni mobili. Particolari e molto simili, nelle forme, ai moderni spazzolini, chiavi di questo tipo, solitamente abbellite da line geometriche, erano diffuse in tutto il Nord Africa.
Serratura da porta con chiave
Marocco
La gran parte delle serrature africane esposte nel museo funzionano con il più antico meccanismo di chiusura/apertura, nato al tempo dei Sumeri circa 6000 anni fa. La serratura, fissata al battente con delle graffe in ferro, è solitamente formata da due elementi lignei incrociati, uno verticale fissato alla porta ed uno orizzontale che viene fatto scorrere e fermato, assicurando la chiusura, da una serie di perni mobili che scendono dall’alto entrando nei fori corrispondenti. Una speciale chiave a pettine permette di sollevare i perni mobili e quindi di aprire la porta.
Serratura da porta con chiave
Mali
I Bambara, l’etnia principale del Mali, vivono in complessi di case, dette «lu», sulle cui porte vengono fissate delle serrature scolpite e incise con raffigurazioni di donne, animali e simboli religiosi. Il meccanismo di funzionamento, a sollevamento dei perni mobili, è tuttora utilizzato dai popoli meno evoluti dell’Africa.
Lucchetti Tuareg
Nord Africa
Popolazione nomade per eccellenza, dominatori di una delle aree più inospitali della Terra, i Tuareg hanno una storia che si perde nella notte dei tempi. Non avendo fissa dimora e dunque porte, non hanno mai avuto il bisogno di utilizzare serrature e chiavi. Tuttavia, essendo sempre in viaggio, preferiscono servirsi di lucchetti per chiudere e rendere sicure le proprie borse in pelle di cammello. L’influenza islamica è testimoniata dalle ricche decorazioni geometriche presenti sul corpo dei lucchetti e sulle chiavi: linee e forme neutre rispettano i dettami del Corano, che vieta qualsiasi rappresentazione dell’uomo.
Lucchetto
India
Il lucchetto, largamente diffuso nel Medio ed Estremo Oriente, trova nei vari popoli valori culturali e funzionali differenti. Quello indiano, se influenzato dalle caratteristiche dei lucchetti nepalesi, è massiccio, segno dell’importanza della funzione di sicurezza che deve garantire
Lucchetto
Nepal
La differenza fondamentale che intercorre tra i lucchetti asiatici e quelli europei riguarda il meccanismo di chiusura: tipiche dei lucchetti orientali sono le chiavi a scivolo e il gancio a barbigli.
Lucchetto
India
Tra gli oggetti più particolari esposti nel museo, spicca un lucchetto indiano in ottone raffigurante un’antilope, un mammifero velocissimo nella corsa che vive in branchi nelle pianure dell’India.
Lucchetto
Iran
Un lucchetto a forma di sole, centro dell’Universo e simbolo di potenza, impreziosice e illumina il museo grazie ai suoi due rubini al posto degli occhi e al topazio sulla fronte. Proveniente dalla culla dei lucchetti, l’antica Persia, si fa testimonianza di come talvolta non sia solo uno strumento di sicurezza, ma si carichi di un valore simbolico più elaborato e rappresenti anche il prestigio e la ricchezza del proprietario.
Lucchetto
India
Tra i lucchetti asiatici zoomorfi sorprende quello raffigurante uno scorpione. Simbolo di paura e morte, diviene espressione di un valore simbolico superiore, talismanico. Come per la maggior parte dei lucchetti asiatici, anche per questo la chiave usata per aprirlo è a scivolo
Lucchetti
Cina
Caratteristici della cultura cinese, sono i lucchetti i cui corpi sono essi stessi degli ideogrammi, simboli grafici che rappresentano dei concetti. Lo strumento utilizzato per garantire la sicurezza di un contenitore si veste di scritte augurali e rappresenta un messaggio.
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